L'ITALIA DEI LONGOBARDI - M. Brozzi, C. Calderini, M. Rotili

Il 568 è una data emblematica per la nostra storia. Segna infatti l’arrivo dei Longobardi in Italia e, al contempo, l’inizio della frammentazione politica della penisola: l’unità, durata dal tempo di Augusto fino al regno dell’ostrogoto Teodorico, non sarà più raggiunta stabilmente per oltre tredici secoli.Quando il popolo germanico guidato dal re Alboino, dalla Pannonia (odierna Ungheria) oltrepassò le Alpi orientali entrando nel Friuli e dilagando nel nord, le genti locali, salvo alcune eccezioni, non opposero resistenza. Erano sfinite da una guerra ventennale feroce, nella quale gli eserciti bizantini e goti si erano fronteggiati per la conquista dell’Italia, con conseguenze disastrose: un numero sterminato di perdite umane, saccheggi e pestilenze.
La lunga carovana dei “barbari” invasori, che comprendeva anche elementi sassoni, sarmati, gepidi, svevi, si muoveva con uomini armati, animali, e dei grandi carri per le famiglie carichi di vettovaglie, che ricordano le migrazioni dei pionieri americani in marcia verso il “Far West” e quel carroccio dell’età comunale, simbolo di riferimento e comando popolare. 
In pochi anni i Longobardi riuscirono a dominare l’interno dell’Italia settentrionale e l’odierna Toscana, mentre altri gruppi, guidati da compagni di guerra del re, si spingevano verso sud, dove diedero origine ai possedimenti di Spoleto, Benevento, e in seguito di Salerno. E saranno proprio i duchi (“duces”) del meridione a radicarsi maggiormente nel territorio, mantenendo a lungo la loro sovranità dopo la capitolazione dell’ultimo re, Desiderio (MARISA RANIERI PANETTI da espresso.it).
Il libro, con splendide immagini a colori su carta patinata si sofferma su questi argomenti: Ducato del del Friuli, Valle Padana, Ducato di Spoleto e cultura artistica nel Ducato di Benevento.

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